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Aceto di mele sui capelli: ecco i suoi benefici e come usarlo – Cosmopolitan

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Tutto quello che c’è da sapere sul rimedio 100% naturale che restituisce lucentezza e salute alla chioma, ovvero l’aceto di mele
Usatissimo in cucina per sfumare le pietanze e insaporire le verdure, ma anche per lucidare a fondo e sgrassare le superfici, l’aceto di mele è l’ingrediente 100% naturale dalle mille altre potenzialità, vero alleato delle donne in (quasi) ogni aspetto della loro quotidianità. Oltre a essere la scelta numero uno per affrontare la remise en forme senza rinunciare al gusto, questo piccolo tesoro dalle infinite risorse può portare enormi benefici anche ai capelli, garantendo luminosità e lucentezza. Prima di inserirlo nella propria haircare, però, è bene conoscerlo da vicino e sapere esattamente come farlo funzionare in modo efficace, evitando spiacevoli sorprese.

Ricavato dalla fermentazione del mosto di mela, questa tipologia di aceto è rinomata nell’alimentazione e nella cura degli stati infiammatori per le sue proprietà nutrienti e antibatteriche, conferite dall’abbondanza di zinco, potassio, calcio, magnesio, fosforo, vitamine e acido acetico. Proprio quest’ultimo, dalle forti proprietà astringenti, rende l’aceto di mele particolarmente indicato nel trattamento di capelli e cuoio capelluto. Andando pulire in profondità i follicoli, disinfiammare la cute e, in generale, riequilibrare in modo naturale il pH dell’epidermide, questo ingrediente è particolarmente indicato nel trattamento sia della secchezza cutanea che delle pelli tendenti al grasso. Inoltre, l’azione sigillante promossa dai suoi componenti contrasta la formazione delle doppie punte e rinvigorisce la chioma. Ma nella pratica cosa significa tutto questo?
Anche se può sembrare complesso, quanto detto finora sulle proprietà dell’aceto di mele non fa altro che corrispondere a molteplici e mirati benefici che possono soddisfare le necessità di ognuno. Quando diciamo che l’aceto di mele pulisce in profondità i follicoli piliferi, intendiamo dire che va a attivare la circolazione e dunque a stimolare la crescita stessa dei capelli. Le proprietà astringenti e riequilibranti, invece, lo rendono particolarmente indicato sia nel trattamento del cuoio capelluto per combattere la comparsa di forfora o di pelle secca, a seconda che si abbia una cute oleosa o sensibile, sia delle lunghezze. In questo caso, come accennato, porterà beneficio nel ristrutturare il capello, sigillarlo e farlo brillare fino alle punte, anche in caso di capelli tinti. Anzi, vi diremo di più: l’aceto di mele è particolarmente indicato nel trattamento di chiome secche e stressate da tecniche molto invasive come possono essere la decolorazione o la permanente. Per chi dovesse avere i capelli ricci, poi, l’impiego dell’aceto di mele sulle ciocche può davvero essere la svolta per dire finalmente adios al crespo con un rimedio 100% di origine vegetale.

Il segreto per un corretto utilizzo dell’aceto di mele sta nel scegliere la tipologia giusta e nel dosarlo correttamente, evitando assolutamente di usarlo in forma pura. Partiamo dal tipo di aceto da acquistare: in commercio se ne trovano di svariati, talvolta più chiari, talvolta più scuri, il tutto a seconda del livello di acidità del pH ottenuto dalla fermentazione del mosto. Per il trattamento dei capelli si sconsiglia l’impiego di un aceto di mele troppo acido: più è acido più il suo odore sarà pungente e sgradevole, e maggiore sarà alto il rischio di causare irritazioni al cuoio capelluto. Il consiglio, quindi, è di optare per un aceto chiaro e dalle note dolci. Per quanto riguarda il suo impiego, il modo migliore per applicare l’aceto di mele è diluirlo con dell’acqua, in media un cucchiaio ogni mezzo litro, o con un prodotto come balsamo e maschere, con un paio di piccole gocce, così che l’aceto che si amalghimi e penetri in profondità per dare nuova vita alla chioma. Ultimamente in commercio sono apparsi diversi prodotti a base di aceto di mele che, mescolati a fragranze e altri ingredienti naturali, rappresentano l’opzione ideale per chi teme la più remota possibilità di sprigionare anche solo una minima nota di acetosità.

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